La storia di Nina Leon, da prostituta a scrittrice

Oggi cercheremo di conoscere un po’ più da vicino una...

Gabriele D’Annunzio, il Principe di Montenevoso

Fortunatamente il nostro paese ha dato i natali a moltissimi...

Poeti si nasce, o si può anche diventare?

C’è chi sostiene che non sia possibile apprendere come diventare...

Cos’è la poesia visiva?

E’ nel periodo del secondo dopoguerra che nasce la poesia...

Pablo Neruda, conosciamo meglio questo grande poeta

Ricardo Eliècer Neftalì Reyes Basoalto, in arte Pablo Neruda, è...

Come nasce la poesia italiana?

L’Italia è senza dubbio un paese di grande storia, ricco...

Poesia

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Alda Merini

Bacio che sopporti il peso
della mia anima breve
in te il mondo del mio discorso
diventa suono e paura.

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Sandro Penna

Felice chi è diverso
Essendo egli diverso
Ma guai a chi è diverso

Essendo egli comune.

catullus

Gaius V. Catullus

Odio e amo.
Forse tu ti chiedi perché io lo faccia. Non lo so. Ma sento che accade, e ne sono tormentato.

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Giuseppe Ungaretti

Mattina
M’illumino
d’immenso.

I Nostri Articoli

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La poesia comico-realistica

Oggi dedichiamo questo spazio ad un genere di poesia di cui forse si è parlato poco finora, ma che è certamente stato di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo di tutta la letteratura italiana e non solo: la poesia comico-realistica. Questo movimento poetico, spesso ostacolato dalle leggi dei vari governi e dai loro relativi divieti, tratta tematiche importanti come l’amore, la vita sociale, la salute, ma lo fa in chiave ironica, senza ricorrere a nessun canone stilistico, usando inoltre un linguaggio popolare che spesso oltrepassa anche la sottile linea che lo separa dalla volgarità.

Come vedremo più avanti, la poesia comico realistica nacque in un periodo in cui in Italia l’attività poetica era abbastanza ‘pallosa’, giusto per utilizzare una terminologia che piace molto ai giovani d’oggi; erano i tempi della poesia lirica siciliana e del Dolce Stil Novo, con il loro stile quasi nobiliare, i loro precisi canoni da rispettare, ed è forse per questo che quando nacque fu subito accolta benevolmente con curiosità ed interesse.

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La storia di Nina Leon, da prostituta a scrittrice

Oggi cercheremo di conoscere un po’ più da vicino una ragazza argentina conosciuta come Nina Leòn (questo è il suo ‘nome d’arte’), diventata ormai un personaggio pubblico per vari motivi come vedremo più avanti; il suo vero nome è Natalia Canteros, ed è una bella chica argentina nata a Formosa 33 anni fa, una ragazza di carattere che ha fatto parlare di se per diversi motivi.

All’età di 20 anni Nina si trasferisce da Formosa a Buenos Aires, dove però arriva con pochi spiccioli e l’impellente necessità di trovare un lavoro; inizia a lavorare in alcuni call center, poi trova impiego come parrucchiera ed estetista in un paio di saloni di bellezza, e lavora anche come giornalista sportiva per la rivista Olè. Malgrado il suo grande impegno per riuscire in qualche modo a pagarsi affitto e spese primarie di sopravvivenza, Nina va avanti con molte difficoltà, fino a quando non decide di prostituirsi per uscire fuori dalla situazione di emergenza in cui versava.

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Gabriele D’Annunzio, il Principe di Montenevoso

Fortunatamente il nostro paese ha dato i natali a moltissimi poeti e letterati che hanno fatto la storia dell’arte in generale, e tra poeti, romanzieri, pittori, scultori, musicisti, possiamo davvero dire di essere sempre stati ben rappresentati in tutto il mondo, ed il discorso vale un po’ per tutte le epoche storiche. Oggi conosceremo un po’ più da vicino Gabriele D’Annunzio, grande poeta, scrittore, drammaturgo, politico e perfino militare italiano, operativo in prima linea al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.

Proprio così, perché il poeta e grande patriota abruzzese condusse la squadriglia di legionari e paramilitari che liberò la città di Fiume dall’occupazione degli Alleati, che non la concessero all’Italia come avrebbe dovuto essere, almeno stando a quelli che erano gli accordi europei post-guerra. Nel 1924, D’Annunzio fu insignito del titolo di Principe di Monte Nevoso dal Re Vittorio Emanuele III per la sua grande impresa di Fiume; in verità non si tratta di un vero e proprio titolo nobiliare, ma di una sorta di onorificenza per le sue eroiche imprese di guerra.

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Poeti si nasce, o si può anche diventare?

C’è chi sostiene che non sia possibile apprendere come diventare un poeta, e chi invece sostiene che basterebbe fondere un livello culturale di partenza medio-alto con un tocco di creatività, di musicalità, di originalità e profondità di pensiero. La maggior parte delle persone è convinta che quella di fare il poeta è una vocazione, e come tale non prevede nessun apprendistato particolare, eccetto ovviamente una ripassata agli schemi metrici basilari e più frequentemente utilizzati per il componimento in versi.

La poesia è dentro di noi, sta a noi capire quale sia il giusto modo per esprimerla, e questo è chiaramente soggettivo; certo si possono accettare alcuni consigli utili per far si che il processo sia meno complicato, questo si. Ascoltare e leggere molto, magari sottolineando le espressioni e le terminologie che più ci colpiscono e che sicuramente vorremmo utilizzare quando scriveremo qualcosa, studiare magari le mimiche e gli accenti usati da professionisti nel declamare, ma soprattutto scrivere, scrivere, scrivere.

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Cos’è la poesia visiva?

E’ nel periodo del secondo dopoguerra che nasce la poesia visiva, e succede in un panorama culturale dove le forti sperimentazioni formali volute dai nuovi movimenti culturali della neoavanguardia prendono posizioni decise contro cultura, società e linguaggio della nuova era moderna; sono gli anni in cui gli intellettuali di sinistra partecipano attivamente ai movimenti di dura critica culturale e sociale, in un estremo tentativo di ‘svecchiarle’ dai loro fortissimi legami con idealismo e romanticismo.

Siamo dunque agli inizi degli anni 60, e la poesia visiva viene adottata come mezzo alternativo di interpretazione della realtà. E’ proprio la forte connessione tra arte e cultura a proporre la ricerca verbo-visuale come forma di interpretazione della cultura di massa, ed in Italia lo fa soprattutto attraverso le sperimentazioni linguistiche del Gruppo 63, un movimento letterario costituito a Palermo da giovani intellettuali che si schieravano drasticamente contro ogni forma d’arte ancora legata al romanticismo.

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Pablo Neruda, conosciamo meglio questo grande poeta

Ricardo Eliècer Neftalì Reyes Basoalto, in arte Pablo Neruda, è stato un importante politico, diplomatico, e poeta cileno del secolo XX, nonché uno dei personaggi più rappresentativi di tutta la letteratura e la poesia del Sud America. Premio Nobel per la letteratura nel 1971, Neruda è stato indubbiamente un uomo carismatico e molto influente per il Cile, avendo ricoperto incarichi politici e diplomatici per il suo paese ed essendosi candidato anche come Presidente nel 1970.

Nato a Parral, un piccolo comune cileno di circa 40.000 abitanti in provincia di Linares il 12 Luglio 1904, Neruda era figlio di un ferroviere e di una insegnante, Rosa Neftalì Basoalto Opazo, la cui vita fu purtroppo stroncata dalla tubercolosi quando lo scrittore aveva appena un anno di vita. Ben presto il giovane si mostrò estremamente incline a seguire l’indirizzo letterario e poetico, insomma adorava scrivere, e fu incoraggiato nei suoi primi progetti dalla poetessa Gabriela Mistral, premio Nobel per la letteratura nel 1945.

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Come nasce la poesia italiana?

L’Italia è senza dubbio un paese di grande storia, ricco di cultura e tradizioni assimilate nel corso dei secoli dalle popolazioni che l’hanno dominata o semplicemente vissuta lasciando segni indelebili del loro passaggio; ancora oggi ne vengono riportati alla luce alcuni ‘tangibili’, come antiche reliquie o resti di oggetti appartenuti ad epoche lontane, ed altri che invece non sono visibili, ma che sono invece ben presenti nella nostra cultura e nel nostro linguaggio.

La poesia non è altro che una forma d’arte letteraria che si esprime in versi, cioè attenendosi a precise leggi metriche; pare sia addirittura nata prima della scrittura vera e propria, e che siano stati greci e romani a comporre i primi versi, basati sull’alternanza tra sillabe brevi e sillabe lunghe, ovvero sull’ esametro dattilico. Dagli elementi a disposizione, ed in seguito a moltissimi studi e ricerche, si è giunti alla conclusione che i primi poemi in versi risalgono al secondo millennio a.C, e che siano stati gli aedi (antichi cantori greci) a comporli, poi in breve si passò alla elaborazione orale cosiddetta omèrica.