E’ nel periodo del secondo dopoguerra che nasce la poesia visiva, e succede in un panorama culturale dove le forti sperimentazioni formali volute dai nuovi movimenti culturali della neoavanguardia prendono posizioni decise contro cultura, società e linguaggio della nuova era moderna; sono gli anni in cui gli intellettuali di sinistra partecipano attivamente ai movimenti di dura critica culturale e sociale, in un estremo tentativo di ‘svecchiarle’ dai loro fortissimi legami con idealismo e romanticismo.

Siamo dunque agli inizi degli anni 60, e la poesia visiva viene adottata come mezzo alternativo di interpretazione della realtà. E’ proprio la forte connessione tra arte e cultura a proporre la ricerca verbo-visuale come forma di interpretazione della cultura di massa, ed in Italia lo fa soprattutto attraverso le sperimentazioni linguistiche del Gruppo 63, un movimento letterario costituito a Palermo da giovani intellettuali che si schieravano drasticamente contro ogni forma d’arte ancora legata al romanticismo.

Come nasce l’intreccio tra immagini e parole

“In ogni tradizione culturale ed epoca si possono rintracciare opere che uniscono parola ed immagine” afferma Daniela Rosi, direttrice artistica del LAO (Laboratorio per Artisti Outsider) con sede a Verona; la scrittura stessa è composta da un mix di disegno e grafìa e la lingua non è altro che un sistema di segni, è da questo punto che partono i poeti verbo visivi della neoavanguardia, cercando inoltre di mettere in piedi un nuovo codice linguistico alternativo, e stabilendo un rapporto di reciproco equilibrio e complementarità tra segno verbale e segno visivo.

E’ stato l’artista e poeta italiano Ugo Carrega agli inizi degli anni 60 a studiare per primo il legame tra il segno inteso come materia, ed il suo significato; Carrega sosteneva che con la poesia visiva significante e significato si fondevano, facendo si che segno iconico e segno scrittorio giungessero ad offrire la stessa finalità tecnica. In parole povere con la poesia visiva si tende a riscoprire il vero messaggio poetico che viene dall’anima e che è fatto di istinto, interpretazione, sentimento, troncando di netto tutti i vincoli e gli schemi convenzionali, liberando chi scrive da ogni ostruzione canonica.

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Pittura e poesia

Pur essendo tantissimi e molto diversi tra loro sia i linguaggi che le tecniche usate, accostare arte verbale ed arte figurativa è un ottimo sistema per esprimere gli stessi stati d’animo e la propria percezione della realtà; a volte, l’intreccio tra le due arti è opportunamente ricercato dallo stesso autore, ma esiste anche la probabilità che tale accostamento avvenga in modo completamente naturale, ovvero non intenzionalmente voluto, ma scoperto da un attento osservatore.

Il rapporto tra pittura, letteratura, e poesia è vecchio come il mondo; “Da sempre la letteratura si ispira alla pittura e la pittura illustra la letteratura”, disse in un convegno d’arte lo scrittore italiano Vincenzo Consolo, sottolineando quanto fossero forti e ben saldi tutti i legami tra le due forme di espressione artistica e quanto già l’immagine di per se possa essere fonte di ispirazione poetica. La profondità del poeta sa sempre come leggere dentro le forme ed i colori, e sa benissimo come tradurre tutto questo in parole e versi.

Poesia ed immagini

Alcune teorie leopardiane parlavano di una ‘doppia vista’ nell’essere umano, ossia una intesa come facoltà della pupilla, l’altra invece dell’anima; il poeta possiede entrambi, ed è capace di leggere dentro la luce o la prospettiva di un avvenimento, traducendolo poi nel suo mondo di parole. La poesia Je suis belle dello scrittore francese Charles Baudelaire ad esempio, fu interpretata scultoreamente da Rodin, così come altre celebri poesie dello stesso scrittore come Le Masque e Danse macabre, non sono altro che trasposizioni in parole delle opere scultoree di Ernest Christophe.

Tutto si intreccia, tutto è connesso, ed è fatto certo che il poeta, pur lavorando essenzialmente su materiale verbale, trova sempre la sua prima fonte di ispirazione in una immagine o una visione di un qualcosa. Il rapporto tra il poeta e la luce, i colori, il movimento, è sempre stato vivo sin dalle antichità, e le emozioni che egli è capace di trasmettere non sono altro che il frutto dei suoi attenti sguardi con le pupille dell’anima.

Musica e poesia

E’ sempre stato intenso il rapporto tra letteratura, poesia e musica; basta solo pensare alla radice etimologica del termine (dal greco mousikè) per immaginare un qualcosa che racchiude in se le tre arti principali ispirate dalle muse, ovvero la musica, la danza e la poesia. D’altra parte, i primi e più importanti componimenti poetici della tradizione letteraria italiana (Iliade ed Odissea) furono diffusi oralmente dai cantori, sempre in viaggio tra un luogo ed un altro.

Balzando improvvisamente ai giorni nostri ricorderemo anche il famoso brano dei Rolling Stones ‘Sympathy for the Devil’, che ha come protagonista principale Lucifero che canta in prima persona, ovviamente attraverso la voce di Mick Jagger, o anche Fleurs, album di Franco Battiato quasi interamente ispirato alle opere letterarie di Baudelaire, primo vero sostenitore della poesia visiva e dei suoi legami strettissimi con il mondo della musica.