Fortunatamente il nostro paese ha dato i natali a moltissimi poeti e letterati che hanno fatto la storia dell’arte in generale, e tra poeti, romanzieri, pittori, scultori, musicisti, possiamo davvero dire di essere sempre stati ben rappresentati in tutto il mondo, ed il discorso vale un po’ per tutte le epoche storiche. Oggi conosceremo un po’ più da vicino Gabriele D’Annunzio, grande poeta, scrittore, drammaturgo, politico e perfino militare italiano, operativo in prima linea al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.

Proprio così, perché il poeta e grande patriota abruzzese condusse la squadriglia di legionari e paramilitari che liberò la città di Fiume dall’occupazione degli Alleati, che non la concessero all’Italia come avrebbe dovuto essere, almeno stando a quelli che erano gli accordi europei post-guerra. Nel 1924, D’Annunzio fu insignito del titolo di Principe di Monte Nevoso dal Re Vittorio Emanuele III per la sua grande impresa di Fiume; in verità non si tratta di un vero e proprio titolo nobiliare, ma di una sorta di onorificenza per le sue eroiche imprese di guerra.

Nascita e periodo adolescenziale

Nato il 12 Marzo del 1863 nella parte vecchia della città di Pescara da una famiglia benestante, e terzo di cinque figli, Gabriele D’Annunzio ebbe un’infanzia tutto sommato felice e spensierata; si dimostrò ben presto un ragazzo vivace e molto spigliato dal carattere deciso ed impulsivo, e con una notevole passione per le donne che non tardò a manifestarsi, un po’ sulla falsariga di quella che era la vita di suo padre, anch’egli donnaiolo ed amante del gioco d’azzardo.

Il suo talento, la passione nello scrivere, e quella certa sfrontatezza che lo aveva sempre contraddistinto fin da piccolo, portarono Gabriele D’Annunzio, appena sedicenne, a scrivere nel 1879 la sua prima raccolta di poesie dal titolo Primo Vere, e fu proprio il padre a finanziarne la pubblicazione. Fu subito un successone sia per le recensioni positive ottenute dalla critica, sia per il grande successo di pubblico, cosa che fece accrescere rapidamente la sua notorietà.

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Il trasferimento a Roma ed il successo

Raggiunta la maggiore età, il poeta abruzzese si trasferì a Roma, attratto dall’ambiente culturale e mondano, e dalle tante opportunità che la capitale offriva, e nel 1881 si iscrisse all’Università, frequentando per qualche tempo la facoltà di Lettere, ma non portò mai a termine gli studi. L’anno dopo iniziò a scrivere per la rivista quindicinale Cronaca Bizantina, ma in realtà il suo lavoro di giornalista non è che gli piacesse molto, serviva solo per mantenersi con le spese, anche perché nel 1883 dovette convolare a nozze con Maria Harduin, duchessa del piccolo comune di Gallese in provincia di Viterbo, perché in attesa di un figlio.

Il matrimoniò si ruppe nel giro di pochi anni a causa delle numerose relazioni extraconiugali che il buon Gabriele aveva frequentemente, ma nonostante ciò la separazione avvenne civilmente ed i due rimasero in buoni rapporti; D’Annunzio ebbe tre figli da questo matrimonio, Mario, Gabriele Maria, e Ugo Veniero, rispettivamente politico, attore, ed ingegnere. Anche se buona parte del suo successo il poeta abruzzese la ottenne con i suoi primi scritti romani, fu a Milano che avvenne la sua definitiva consacrazione, ovvero quando, nel 1889, la casa editrice Treves pubblicò il suo primo vero romanzo dal titolo Il Piacere, vero simbolo del decadentismo italiano.

L’impresa di Fiume, l’esilio, le sue opere maggiori

D’Annunzio oltre ad essere anche un uomo molto impegnato in politica si era sempre dimostrato un accanito patriota, e questo suo forte sentimento lo portò a guidare una spedizione di legionari verso l’occupazione della città di Fiume, che le truppe Alleate decisero di non voler restituire all’Italia, così come concordato durante la pace di Versailles. Il poeta e valoroso patriota trovò l’appoggio non solo delle milizie italiane, ma anche degli stessi cittadini di Fiume, ormai stanchi di essere sotto dominio della Jugoslavia, e di parte delle forze alleate con in testa i francesi.

In un primo momento riuscì nel suo intento di riconquistare quelle terre già nostre di diritto, ma successivamente fu sconfitto e mandato in esilio forzato. Nel decennio compreso tra il 1879 ed il 1889 D’Annunzio compose un discreto numero di opere tra cui vanno certamente ricordate Canto Novo, sua seconda raccolta poetica dopo Primo Vere, Il libro delle Vergini, ed ancora L’Innocente, Poema Paradisiaco, Il Trionfo della Morte, e La città Morta, sua prima vera tragedia. Grandissima fu anche la sua passione per la musica, tanto che il poeta decise di prendere lezioni di piano e di violino contemporaneamente e, tra le altre cose, sapeva suonare anche la chitarra…tanto per informazione.